Commentary on Political Economy

Wednesday 12 August 2020

CHINA IS STARVING

 This is not news that makes us happy. Xi the Pig has asked Chinese not to waste food...an ominous sign. China's recent purchases of US corn speak for themselves. But the West must not relent until we get rid of the greatest Evil humanity has ever confronted.. the Chinese Communist Party. 

Cina, appello di Xi: «Vuotate i piatti». A Wuhan scatta la regola del «meno 1»

Cina, appello di Xi: «Vuotate i piatti». A Whuan scatta la regola del «meno 1»
Un robot cameriere serve dell’anguria in un ristorante di Xuchang, in Cina
di Guido Santevecchi, corrispondente da Pechino

Il presidente Jinping contro lo spreco di cibo. I ristoratori invitano a ordinare un piatto in meno del numero delle persone a tavola: tanto le portate vengono condivise

La nuova campagna moralizzatrice di Xi Jinping si chiama «Vuotate i piatti». Il presidente ha detto ai cinesi che lo spreco di cibo è «scioccante e doloroso» e che la sicurezza nazionale passa attraverso la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari. La soluzione è «la frugalità», ha scritto Xi in una direttiva per i dirigenti e le masse. La Xinhua riferisce che il segretario generale del Partito comunista ha sottolineato come, nonostante molti anni di raccolti eccezionali grazie alla pianificazione, il Paese ha bisogno di «mantenere un senso di crisi sulla sicurezza alimentare, specialmente ai tempi del coronavirus».

«Emergenza nazionale»

Quest’anno, oltre al lockdown che ha rallentato anche l’attività agricola, oltre che la grande distribuzione delle derrate, pesano le alluvioni che da giugno stanno devastando le province centro-meridionali della Cina. A luglio i prezzi alimentari si sono impennati del 10%; quelli della carne di maiale dell’86%, perché la peste suina continua a decimare gli allevamenti. Non è retorica il riferimento alla sicurezza nazionale: Pechino deve aumentare le importazioni per far fronte alla domanda interna di cibo e Xi sta preparando il Paese all’autosufficienza. L’Accademia delle scienze sociali di Pechino ha rilevato che il cinese medio spreca 93 grammi di cibo per pasto, soprattutto riso, pasta e carne. Nei ristoranti e nelle mense scolastiche il fenomeno è anche più grave.

Mezze porzioni

L’appello di Xi Jinping, che ama svolgere ispezioni nelle campagne, tra campi coperti da spighe di grano e allevamenti, ha subito dato risultati utili per la propaganda. I ristoranti hanno cominciato a proporre le «mezze porzioni» che fino agli Anni 70 a Roma erano normali nei menù (che non si chiamavano ancora menù ma lista, perché anche noi eravamo ancora frugali). E poi a Wuhan, l’associazione dei ristoratori ha introdotto la regola -1: si deve ordinare un piatto in meno del numero delle persone a tavola. In Cina c’è il culto della condivisione delle portate: si riempie il tavolo di piatti di portata e non si finisce mai il cibo. C’è una motivazione anche culturale dietro i piatti lasciati mezzi pieni a tavola in Cina: finire la portata può mettere in imbarazzo chi ha invitato, perché significherebbe non aver preparato abbastanza per l’ospite.

Troppo cibo nella spazzatura

Il ministero dell’Agricoltura di Pechino ha calcolato che ogni anno vanno perduti 35 milioni di tonnellate di cereali, su una produzione annuale di 650 milioni. La frugalità a tavola è uno dei temi preferiti del segretario generale del Partito comunista: appena eletto, nel 2012, lanciò la prima campagna di risparmio del cibo. Allora gli esperti di Pechino dissero che ogni anno finivano nella spazzatura derrate alimentari per un valore di 200 miliardi di yuan (25 miliardi di euro) che sarebbero bastate a sfamare 200 milioni di poveri per dodici mesi. L’appello ha portato risultati. Nel 2015 i consumatori cinesi hanno sprecato di meno nelle città: una quantità di cibo sufficiente a nutrire 50 milioni di persone all’anno. Lo spreco di cibo è un problema globale. Secondo la Fao un terzo della produzione alimentare nel mondo viene persa o sprecata: si tratta di circa 1,3 miliardi di tonnellate all’anno. La tendenza è in crescita: nel 2030 la Fao prevede uno spreco di 2 miliardi di tonnellate. Mentre oggi, circa 820 milioni di uomini, donne e bambini soffrono la fame.

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