Commentary on Political Economy

Friday 4 March 2022

 

Taglia su Putin, imprenditore russo offre un milione di dollari a chi lo arresta «per omicidio di massa»

di Redazione Economia

Taglia su Putin, imprenditore russo offre un milione di dollari a chi lo arresta «per omicidio di massa»

Come nel vecchio west. Un uomo di affari russo, Alexander Konanykhin, residente negli Stati Uniti, ha offerto una taglia da un milione di dollari a qualsiasi agente della polizia che arresti Vladimir Putin «per omicidio di massa». L’annuncio pubblicato su Facebook pochi giorni fa è stato poi rimosso perché corredato da una foto con la scritta «Wanted Dead or Alive», «Vivo o morto». Come spiegato dallo stesso imprenditore sul suo profilo, l’offerta si riferiva in realtà al solo arresto; ma resta valida.

Fonte: Facebook
Fonte: Facebook

Secondo Konanykhin il leader russo «non è il presidente, dal momento che è arrivato al potere come risultato di un’operazione speciale fatta di esplosioni di condomìni in Russia (il riferimento è agli attentati di Guryanov Street avvenuti nel settembre del 1999 di cui vennero accusati i separatisti ceceni, ndr), ha poi violato la Costituzione eliminando le libere elezioni e uccidendo i suoi oppositori». Come cittadino russo, ha scritto nel suo post Konanykhin, «vedo come mio dovere morale facilitare la denazificazione della Russia. Continuerò la mia assistenza all’Ucraina nei suoi sforzi eroici per resistere all’assalto dell’Orda di Putin».

Chi è

Per capire come un imprenditore possa arrivare a tanto, esponendosi in prima persona, è utile capire chi è Konanykhin. Considerato un ragazzo prodigio durante gli studi all'Istituto di Fisica e Tecnologia di Mosca, ha costruito non ancora 25enne un impero bancario valutato oltre 350 milioni di dollari. Un perfetto oligarca nella Russia postcomunista. Come raccontava nel 1996 il Washington Post, Konanykhin «aveva fatto costruire una tenuta di campagna in una foresta isolata, completa di palestra privata e garage per 12 auto. Viaggiava con diversi passaporti ufficiali e un convoglio di scorte del servizio segreto russo. Si intratteneva con l'alta società e faceva donazioni ad associazioni culturali».

Nel 1992 era tra i delegati che accompagnarono il presidente russo Boris Eltsin a Washington per incontrare George Bush. Nello stesso anno subì un tentativo di rapimento a Budapest, a sua detta da parte del Kgb, e subì il sequestro dei suoi beni aziendali in Russia. In fuga negli Usa, dopo una serie di controverse vicende giudiziarie riguardanti il visto, ha ottenuto asilo politico con la moglie nel 2007. Oggi è amministratore delegato di TransparentBusiness, azienda che sviluppa software e servizi informatici. E continua a denunciare la corruzione e l’autoritarismo di Mosca, che per anni ne aveva chiesto il rimpatrio forzato.

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