Commentary on Political Economy

Saturday 13 April 2024

FOR THE MILLIONTH TIME: NUKE IRAN! WIPE THE COUNTRY OFF THE MAP!

 

Netanyahu: «Risponderemo». Nel mirino dell’eventuale contrattacco i centri dove l’Iran sta sviluppando l'atomica

Netanyahu: «Risponderemo». Nel mirino dell'eventuale contrattacco i centri dove l'Iran sta sviluppando la bomba atomica
Le proteste del sabato

Allo stesso tempo i dimostranti sono scesi in strada a Tel Aviv come ogni sabato. A migliaia — ben più di quelli che da stamattina possono riunirsi — chiedono le dimissioni del primo ministro che in contemporanea diffonde alla nazione un video registrato:«Cittadini, sono anni che ci prepariamo a questo momento e siamo pronti. Lo Stato di Israele è forte, le forze armate sono forti, voi siete forti. Risponderemo».

Netanyahu: «Israele è forte, siamo pronti a ogni scenario»

Video:Netanyahu: «Israele è forte, siamo pronti a ogni scenario»

Sulla minaccia iraniana, sulla sfida anche diplomatica per impedire che gli ayatollah ottengano la bomba atomica il premier più longevo ha modellato la carriera politica e l’aspirazione esistenziale.

I massacri perpetrati da Hamas il 7 ottobre ne hanno infranto l’immagine di «Mr. Sicurezza», lo slogan scelto per le tante campagne elettorali vinte. È al potere da 15 anni, salvo i 563 giorni passati all’opposizione tra il 2019 e il 2021 che ha usato per scrivere l’autobiografia «Bibi — La mia storia». In cui critica i vertici del Mossad e dell’esercito (non lo nomina ma il capo di Stato maggiore era allora Benny Gantz che in queste ore è riunito con lui nel consiglio di sicurezza ristretto) proprio per avergli impedito di bombardare i centri nucleari sviluppati da Teheran: «Troppo preoccupati dai rischi», dice.

Sono questi siti — hanno lasciato trapelare fonti militari — i primi obiettivi dell’eventuale contrattacco israeliano.

Il rumore nel cielo

La «guerra delle ombre» combattuta in questi anni tra i due nemici — tra cyberattacchi, attentati e omicidi mirati — esce dall’oscurità e diventa per la prima volta scontro diretto.

Anche se i velivoli kamikaze devono attraversare lo spazio aereo dell’Iraq della Giordania, entrambi i Paesi lo hanno chiuso a qualsiasi volo, prima di raggiungere Israele, anche se sono solo la prima fase dell’operazione di rappresaglia per l’uccisione di un generale dei pasdaran a Damasco il primo aprile, per gli israeliani è un’offensiva lanciata direttamente dal territorio iraniano e quindi lì — ha minacciato Netanyahu — colpirà l’aviazione di Tsahal.

Il rumore da tosaerba dei droni che pattugliano il cielo sopra Tel Aviv da 190 giorni, da quando il premier ha ordinato l’offensiva contro Hamas a Gaza dopo la mattanza perpetrata dai terroristi nei villaggi a sud, ieri si è intensificato. I motori a coprire il rumore del traffico e le grida di chi vuol strappare ancora qualche minuto alla notte di festa. Prima che le sirene risuonino, prima che il «cerchio di fuoco» preconizzato da Qassem Soleimani  il comandante iraniano ucciso a Bagdad nel 2020 — si stringa ancora di più attorno a Israele.

Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.

14 aprile 2024, 01:02 - Aggiornata il 14 aprile 2024, 02:03

© RIPRODUZIONE RISERVATA

No comments:

Post a Comment