Commentary on Political Economy

Saturday 16 December 2023

 

Toni Negri è morto, il «cattivo maestro» ed ex leader di Autonomia Operaia si è spento nella notte a Parigi

È morto Toni Negri, il filosofo ed ex leader di Autonomia 
di  Beppe Persichella
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Filosofo e politologo, aveva 90 anni. Docente all'Università di Padova, fu coinvolto nel processo 7 aprile. Il ministro Sangiuliano: «È stato un cattivo maestro, ma figura da valutare in tutta la sua complessità». Cacciari: «Nemici ricordino il suo rilievo culturale»

È morto questa notte a Parigi all’età di 90 anni il filosofo e politologo Toni Negri. A darne notizia la moglie e filosofa francese Judit Revel. Negri, nato a Padova l’1 agosto 1933, è stato uno dei maggiori teorici del marxismo operaista già a partire dalla fine degli Anni Sessanta, indicato come «cattivo maestro» per il suo pensiero e la sua militanza politica, che lo ha portato a essere cofondatore e teorico delle organizzazioni della sinistra extraparlamentare Potere Operaio e Autonomia Operaia. 

Dagli inizi nel Partito socialista ad Autonomia operaia

Muove i primi passi nella sezione padovana del Partito socialista, ma se ne allontana diventandone critico. Dopo aver dato vita al Movimento socialista indipendente e al mensile Quaderni rossi, Negri aderisce alla rivista Classe operaia, nata nel gennaio del 1964 proprio da una scissione interna al mensile. Nel frattempo, fonda nel 1961 anche una casa editrice - la Marsilio editore - insieme a Paolo Ceccarelli, Giulio Felisari e Giorgio Tinazzi. L'attività filosofica, intellettuale, ma anche politica di Toni Negri continua con Potere Operaio, da cui uscirà nel 1973 con il convegno di Rosolina. Lo stesso anno Negri fonderà la rivista Controinformazione, ma soprattutto Autonomia Operaia, di cui sarà leader e principale teorico fino alla sua dissoluzione, nel 1979.

Il processo 7 aprile

Accusato di aver partecipato ad atti terroristici e d'insurrezione armata, fu incarcerato e processato all'interno del processo 7 aprile. Assolto da queste imputazioni, fu poi condannato a 12 anni di carcere per associazione sovversiva e concorso morale nella rapina di Argelato (Bologna). Eletto nel 1983 con oltre 13 mila preferenze alla Camera dei deputati con il Partito Radicale, usufruì dell’immunità e uscì di prigione. Espatriò in Francia dove beneficiò della dottrina Mitterand. Nella capitale francese insegnò all'Università di Parigi 8, la Sorbona, l'École Normale Supérieure e il Collegio Internazionale di Filosofia. Nel 1997 il rientro in Italia per scontare la condanna definitiva di 12 anni. Dal 1999 gli venne concessa la semilibertà, nel 2003 quella totale. Nel 2002 la pubblicazione di Impero (scritto assieme al filosofo statunitense Michael Hardt), uno dei suoi maggiori saggi contro la globalizzazione liberista. 

Sangiuliano: fu cattivo maestro, ma valutare complessità

«Toni Negri fu un cattivo maestro perché, dopo il '68, il passaggio dal movimentismo giovanile alla pagina buia degli anni di piombo, con il terrorismo di destra e di sinistra, causò tante vittime innocenti», l'intervento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a Radio 24. «In termini giuridici, poi, una cosa è l'espressione delle idee, un'altra è la pratica materiale della violenza. Ricordo inoltre che Toni Negri andò in Parlamento con i radicali, prima di rompere con Pannella. Certamente, Negri è stato un cattivo maestro, poi però bisogna valutare la sua vicenda in tutta la sua complessità», ha aggiunto il ministro.

Le reazioni

A ricordarne la figura, anche il filosofo e sindaco di Venezia Massimo Cacciari. «Al di là di tutto, di Toni Negri rimane il suo rilievo culturale e intellettuale che spero venga ricordato anche dai suoi nemici», ha spiegato Cacciari. «Per me è una grande perdita, io ho cominciato con lui 60 anni fa a fare filosofia e politica, poi ovviamente ci sono state fasi diverse», ma Toni Negri rimane «un grande studioso di filosofia e di filosofia del diritto, che ha scritto libri importantissimi di rilievo internazionale», ha sottolineato Cacciari. «Ebbe cadute violentiste ma non fu un terrorista. Predicava l'insubordinazione di massa contro le malefatte del capitalismo ma più che cattivo maestro, un cliché obsoleto, io lo definirei un maestro che ebbe pochi seguaci e quando cercò di creare un'influenza nel movimento studentesco milanese alla Statale di Milano noi prendemmo le distanze in modo netto», ricorda l'ex leader del Movimento Studentesco Mario Capanna. Con la morte di Toni Negri «viene meno una figura che ha giganteggiato sul terreno che si è scelto del pensiero e dell'azione. E' difficile pensare di poter cristalizzare un giudizio globale su di lui. Tra di noi lungo questi anni ci sono stati anche momenti di aspra divergenza ma anche tanti momenti di condivisione sul tema delle lotte», afferma il co-fondatore di Potere Operaio Oreste Scalzone. «Resterai per sempre nel mio cuore e nella mia mente, caro Maestro, Padre, Profeta», ha scritto sui social l’ex leader delle Tute Bianche Luca Casarini. 

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