Commentary on Political Economy

Wednesday 5 April 2023

THE EXHAUSTION OF THE 'WOKE' LEFT: HOW THE POLITICS OF ATONEMENT WILL LEAD US TO A NEW FASCIST CATASTROPHE

 La sinistra guida il governo nella prima potenza mondiale, gli Stati Uniti, nella prima potenza europea, la Germania, in Paesi importanti come il Brasile, il Messico, la Spagna. In altri Paesi invece è scomparsa o fortemente ridimensionata; oppure ha preso un’altra forma. In Grecia il Pasok della famiglia di Andreas e George Papandreou ha ceduto il posto a Syriza, poi sconfitta dalla destra di Nuova Democrazia della famiglia di Konstantinos e Kyriakos Mitsotakis. In Israele il partito fondatore dello Stato, i laburisti di David Ben Gurion e Golda Meir, non esistono quasi più: non si sono mai ripresi dal fallimento di Ehud Barak, che offrì invano la pace ad Arafat e ordinò il ritiro dal Libano finito in una mezza catastrofe. L’anno scorso in Francia Anne Hidalgo, sindaca di Parigi e candidata all’Eliseo del partito socialista che fu di Mitterrand, ha preso alle presidenziali l’1,7%; questo perché i socialisti riformisti votano per Macron, e quelli radicali per Mélenchon. Insomma la sinistra gode di buona o pessima salute a seconda dei Paesi e degli errori commessi. Ci fu un periodo, alla fine degli anni Novanta, in cui con Clinton alla Casa Bianca la sinistra andò al potere in mezza Europa: Prodi e D’Alema in Italia, Jospin in Francia, Blair nel Regno Unito, Schröder in Germania. Si parlò di terza via tra socialismo e capitalismo, e persino di «Ulivo mondiale». Non mi pare che quella stagione abbia lasciato tracce profonde. Dopo la fine del comunismo e il tramonto della socialdemocrazia, la sinistra ha attraversato una profonda crisi di identità. Ora il ritorno dell’inflazione, la crescita delle disuguaglianze, la questione fiscale — più si è ricchi e meno tasse si pagano — dovrebbero aprire alla sinistra praterie elettorali. Eppure, non solo in Italia, la sinistra ha perso i ceti popolari, preoccupati da globalizzazione, immigrazione senza controllo, perdita dell’identità nazionale. Temi recepiti semmai a destra. Ma altrettanto grave è la crisi della destra tradizionale, moderata, cattolica, liberale, spesso messa in minoranza da populisti e sovranisti.


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